Interdisciplinare, stratificato, contaminato. Cosa ci piace dell’hub creativo ospitato all’interno di Palazzo Brancaccio lo spieghiamo qui. Spolier: persino il caffè, che è speciale

Innanzitutto la location, monumentale eppure intima, stratificata eppure coerente, ibrida e contaminata, in un dialogo di rimandi alternati a contrasti continui, tra la cornice storica e il design contemporaneo, gli ambienti sontuosi e il rigore di alcuni allestimenti, la luce che inonda gli ambienti e le tonalità vivide che colorano spazi abitativi, corridoi, soglie e passaggi, in una sorta di labirinto che sembra incantato.

Stiamo parlando di Contemporary Cluster, lo spazio dedicato alla interdisciplinarietà tra arte, architettura, fotografia, design, visual art, sound design, fashion design e molto altro che ha inaugurato a fine settembre una nuova sede all’interno di Palazzo Brancaccio, edificio nobiliare costruito a fine Ottocento e immerso nel verde del quartiere Esquilino, area di Roma che vive un momento di rinascita dopo lunghi anni di degrado.

Grazie agli oltre 6.000 metri quadrati complessivi, distribuiti su più livelli, differenti tra loro per architettura, decorazione e suggestione, e alla peculiare densità museale di Palazzo Brancaccio, Contemporary Cluster amplia le iniziative proposte nel campo del contemporaneo, dedicando maggiore attenzione alla ricerca e incrementando la progettualità.

Un hub creativo, polo culturale e multidisciplinare aperto alla città

Guidato da Giacomo Guidi, direttore artistico e curatore di arte contemporanea, e da Giorgia Cerulli, architetto e curatrice del settore design storico e arti applicate, Contemporary Cluster anima gli spazi di Palazzo Brancaccio, al fianco di Spazio Field di Andrea Azzarone, per regalare alla città un nuovo polo culturale e multidisciplinare di cui i cittadini potranno riappropriarsi e vivere quotidianamente.

“Sentivamo la profonda necessità di ampliare il progetto Contemporary Cluster sviluppando in maniera più approfondita le desinenze progettuali che lo caratterizzano fin dai suoi inizi” spiegano i fondatori Giorgia Cerulli e Giacomo Guidi. “Questo nuovo progetto sarà l’incarnazione dell’intelligenza collettiva, quell’intelligenza basata sulla cooperazione di una comunità di persone, in grado di dialogare tra loro superando i limiti della cognizione individuale”.

Dal corridoio Tube passando per la libreria fino al caffè (che è speciale)

Suddiviso in diversi settori, allinterno di Contemporary Cluster ogni disciplina trova il giusto spazio progettuale. Si parte dal piano terra dove Tube, un lungo corridoio di 130 metri quadrati, votato a opere multimediali e glitch art, accompagna i visitatori verso l’ingresso dello spazio espositivo denominato l’Africano.

Il progetto abbraccia tanti ambiti creativi, ma non solo: l’eccellenza è anche gustativa e culturale. L’Africano, infatti, ospita anche i blend di Faro - Caffè Specialty, torrefazione romana tra le migliori in Italia, e l’editoria indipendente e da collezione selezionata da Frab’s, portale e shop online di settore.

L’Africano dedicato ai giovani artisti

Lo spazio espositivo l’Africano, così denominato in quanto un tempo era l’archivio dei reperti storici africani del Museo Nazionale d’Arte Orientale, si estende su 400 mq distribuiti in quattro sale. Dedicato ai giovani artisti, a cura di Giacomo Guidi, ha inaugurato con Semina, mostra della designer Sara Ricciardi (in programma fino al 20 novembre 2021) che presenta 38 vasi scultura a grande scala ispirati a rappresentazioni scientifiche di ingrandimenti di semi e, in senso più ampio, al concetto di nascita, realizzati dal direttore artistico di Ceramiche Rometti, Jean-Christophe Clair, nella sede storica dell’azienda.

Semina, i vasi-scultura ispirati al tema della nascita creati da Sara Ricciardi con Ceramiche Rometti

Leclettica artista e designer nonché colta e vivace compositrice di immagini e parole Sara Ricciardi reinterpreta in maniera personale (quindi estremamente originale) la rinascita umana tramite l’antica pratica della semina. Per la designer, piangere è sinonimo di piantare. Le due azioni, unite da una radice etimologica comune e fortemente simbolica, si rincorrono e si legano continuamente nel destino umano, prendendo parte a un processo formativo necessario e dalla quale è impossibile scappare. Lo spazio, sonorizzato dal dj Claudio Fabrianesi, è animato da un paesaggio composto da sabbia, ceramiche, tarocchi e composizioni floreali ideate dal floral designer Dylan Tripp.

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Apartamento: una vera e propria residenza privata

Al sesto piano di Palazzo Brancaccio, trova spazio l’Apartamento, uno spazio labirintico e colorato, configurato in numerosi ambienti, passaggi, corridoi e soglie, progettato e allestito da Giorgia Cerulli, che indaga la dimensione moderna dell’abitare attraverso il dialogo tra il design storico e noti brand e designer contemporanei tra cui A&B Living, Ceramiche Rometti, Diaphan Studio, Di.loer Ceramics, Draga & Aurel, Forma&Cemento, Gi Studio, Medulum, Mentemano, Mobili nella Valle, Moon is the Oldest Television, Nortstudio, Ocra Studio, Paradisoterrestre, Oscar Piccolo, Poltronova, Rampinelli Edizioni, Studio Nucleo, Supaform, Tellurico, Testatonda, Tipstudio.

A inaugurare Apartamento la mostra Tout Brûle di Luca Casillo (Di.loer Ceramics), esposta fino all11 dicembre 2021, mentre il collettivo di artisti Numero Cromatico porterà la sperimentazione tra arte e neuroscienze all’interno di una project room dedicata in cui raccoglieranno dati e porteranno avanti esperimenti neuroscientifici sull’arte in collaborazione con gruppi di ricerca e università nazionali e internazionali.

Spazio Field in dialogo con gli ambienti sontuosi

Al piano nobile di Palazzo Brancaccio, in un dialogo la storicità e la sontuosità degli ambienti affrescati e decorati, Contemporary Cluster cura la programmazione artistica di Spazio Field di Andrea Azzarone con lecture, workshop, live unplugged, presentazioni di libri e riviste.

Diverse le mostre esposte nei nuovi spazi che ospitano anche una nuova area lounge con ristorazione di alto profilo: Talismano del pittore Alessandro Sarra, Stuck che presenta le fotografie di Cloro e Hidden Entourage, esposizione di design di Supaform. Paulina Bebecka, direttrice di PostmastersRoma, cura invece il ciclo di mostre The Worlds Within.

Belvedere e il vedutismo contemporaneo per un Grand Tour postmoderno

Nella Sala delle Cariatidi troneggia Belvedere, una collezione di arredi ispirata alle vedute di un Grand Tour postmoderno. Foto d’autore di città italiane stampate (ma sembrano dipinte, o meglio tatuate) su mobili in legno di pregiata fattura artigianale restituiscono un raffinato e straniante intreccio di epoche, tecniche e suggestioni, tra monumenti storici e dettagli contemporanei, tra echi classici e proiezioni future, da decodificare.

Dall’incontro sintonico e complementare tra il designer Luca De Bona e il fotografo Massimiliano Tuveri nasce un progetto di ampio respiro frutto dell’unione tra design e fotografia. Le forme espressive differenti testimoniano un rinnovato impiego delle arti applicate.

Sviluppato in piccola serie ma con l’intento di evolvere nel tempo attraverso nuove visioni e materiali, il progetto inaugura con una serie di mobili contenitori ispirata ai pastiche architettonici di Piranesi e al vedutismo settecentesco, ma che vuole raccontare le evoluzioni del paesaggio metropolitano.

Ciascun arredo, contraddistinto dalla stampa di una veduta contemporanea di una città italiana Venezia, Milano, Firenze, Roma, Napoli , è realizzato in legno a poro aperto, in modo da rendere le immagini fotografiche parte del materiale stesso, come tatuaggi sulla superficie. Ogni pezzo svela inoltre una natura monocromatica: ciascuna tonalità risponde infatti a un insieme di visioni, ricordi e suggestioni intimamente legate alla città cui l’arredo della collezione rende omaggio.

Nato attorno a un dialogo, il progetto Belvedere rivela una natura profondamente corale, caratterizzata da un processo aperto che coinvolge altre figure e forme espressive, rappresentate dal visual design studio VZNstudio, composto da Sonia Mion e Nicola Iannibello, e dallo studio di PR e e design consultancy Dorothy, fondato da Elisa Bortesi ed Elisa Galli.

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Il primo arredo del progetto è stato svelato in anteprima proprio nei nuovi spazi di Spazio Field, dal 15 al 24 ottobre 2021; la presentazione ufficiale, accompagnata dall’esposizione dell’intera collezione di arredi, è andata invece in scena a EDIT Napoli, la fiera di design editoriale dal 29 al 31 ottobre 2021, concepita come un’ulteriore tappa di questo inedito Grand Tour postmoderno dedicato alla promozione di una bellezza italiana totalmente contemporanea.

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